Page 23 - Sebino News - Marzo 2022
P. 23

& dintorni                                        Pag. 23


        CREDARO                                                    A Lei, nostro rifugio sicuro,  tutti accoria- e della Valle Calepio.
                                                                   mo fiduciosi in cerca di protezione offren- Gli anni passano, ma la devozione alla
                                                                   dole con la preghiera le nostre gioie, ma  Madonna di Lourdes è sempre più salda.
                                                                   soprattutto chiedendo aiuto nel  portare i   AULA STUDIO PRESSO IL
                                                                   nostri fardelli di difficoltà e dolore   CENTRO CIVICO DI CREDARO
                                                                   La solennità della Vergine di Lourdes non è
                                                                   una ricorrenza qualsiasi, ma   Importante  ed accattivante  novità  della
                                                                   “ la festa della Madonna” che ci hanno tra-  Biblioteca di Credaro a favore dei nostri
                                                                   mandato con fede in nostri avi e che noi   studenti!
                                                                   Credaresi portiamo nel cuore come grande   Atmosfera  tranquilla  e  un mare  di  sole
                                                                   segno di fede e di appartenenza alla nostra   nella nostra AULA STUDIO!
                                                                   comunità!                      La troverete aperta nei giorni e orari di
                                                                                                  apertura della biblioteca, per un  massi-
                                                                   Che sia per tutti una buona giornata di festa   mo di 8 posti!
                                                                   sotto la protezione di Maria!  Per  prenotazioni  telefonate  allo
                                                                   Il Sindaco  Adriana Bellini    035.929701 o scrivete una mail a biblio-
                                                                   Con queste parole il Sindaco di Credaro   teca@comune.credaro.bg.it
                                                                   ha voluto augurare il buongiorno lo scor-  Non dimenticate mascherina e super gre-
                                                                   so 11 febbraio ai suoi concittadini.  en pass!  Vi aspettiamo!
                                                                   Anche  quest’anno la  solennità  è  stata
                                                                   vissuta intensamente dalla comunità cre-  Sabato 12 febbraio Battista Bellini ,
                                                                                                  Capogruppo  Alpini  e  Responsabile
                                                                   darese e da tutto il Basso Sebino.  Protezione Civile di Credaro, ha incon-
          Adriana Bellini                                          Alla messa solenne delle ore 11:00, ce-  trato l’ing. Fabrizio Curcio capo dipar-
                                                                   lebrata dal Vescovo Carlo Mazza, hanno  timento nazionale di Protezione Civile.
         Sindaca di  Credaro        11 febbraio 2022                presenziato tutti i Sindaci del Basso Se- Complimenti al nostro Battista sempre in
                                    Solennità della  Madonna di Lourdes bino oltre ad alcuni della Valle Cavallina  prima linea da quasi 40 anni !
























      La Battaglia di Nikolajewka              marono immediatamente le mitragliatrici, ma le perdite
     Fronte russo, gennaio 1943                furono gravissime per il violento fuoco dei Russi. No-
     Dall’autunno 1942 il Corpo d’Armata Alpino, costituito   nostante le sanguinose perdite, gli alpini continuarono a
     dalle tre Divisioni alpine Cuneense, Tridentina e Julia,   combattere con accanimento: fu un susseguirsi di assalti
     era schierato sul fronte del fiume Don, affiancato da al-  e contrassalti portati di casa in casa; venne conquistata
     tre Divisioni di fanteria italiane, da reparti tedeschi e   la stazione ferroviaria e un plotone del Val Chiese riuscì
     degli altri alleati, rumeni e ungheresi.  ad arrivare alla chiesa.
     Il 15 dicembre, con un potenziale d’urto sei volte su-  La reazione russa fu violentissima: gli alpini furono co-
     periore  a  quello  delle  nostre  Divisioni  (basti  pensare   stretti ad arretrare e ad abbarbicarsi al terreno in attesa
     che impiegarono 750 carri armati e noi non avevamo né   di  rinforzi.  Verso  mezzogiorno  giunsero  in  rinforzo  i
     carri, né efficienti armi controcarro), i Russi dilagarono   resti del battaglione Edolo, del Morbegno e del Tirano,
     nelle retrovie accerchiando le Divisioni Pasubio, Tori-  i gruppi di artiglieria Vicenza e Val Camonica ed altre
     no, Celere e Sforzesca schierate più ad Est. Esse dovet-  modeste aliquote di reparti della Julia col Battaglione
     tero sganciarsi dalle posizioni sul Don, iniziando quella   L’Aquila: anch’essi vennero inviati nel cuore della bat-
     terribile ritirata che, su un terreno ormai completamente   taglia.
     in mano al nemico, le avrebbe in gran parte annientate   Il nemico, appoggiato anche dagli aerei che mitraglia-
     con una perdita di circa 55.000 uomini tra Caduti e pri-  vano a bassa quota, opponeva una strenua resistenza.
     gionieri.                                 Sul campanile della chiesa c’era una mitragliatrice che
                  L’accerchiamento             faceva strage di alpini. La neve era tinta di rosso: su di
     Mentre le Divisioni della Fanteria si stavano ritirando,   essa giacevano senza vita migliaia di alpini e moltissimi
     il Corpo d’Armata Alpino ricevette l’ordine di rimanere   feriti.
     sulle posizioni a difesa del Don per non essere a sua   Nonostante gli innumerevoli atti di valore personale di
     volta circondato.                         ufficiali, sottufficiali e soldati, spinti sino al cosciente
     Il 13 gennaio i Russi partirono per la terza fase della   sacrificio della propria vita, la resistenza era ancora at-
     loro grande offensiva invernale e,  senza spezzare il   tivissima e l’esito della battaglia era non del tutto scon-
     fronte tenuto dagli alpini, ma infrangendo contempora-  tato.La situazione si faceva sempre più tragica perché
     neamente quello degli Ungheresi a Nord e quello dei   il sole incominciava a scendere sull’orizzonte  ed era   Cividino
     Tedeschi a Sud, con una manovra a tenaglia, riuscirono   evidente  che una permanenza  all’addiaccio  nelle  ore
     a racchiudere il Corpo d’Armata Alpino in una vasta e   notturne, con temperature di 30-35 gradi sotto lo zero,   Quintano
     profonda sacca.                           avrebbe significato per tutti l’assideramento e la morte.   per ricordare
                   Il ripiegamento             Quando ormai stavano calando le prime ombre della
     Davanti alla  possibile catastrofe  rimaneva  un’unica   sera e sembrava che non ci fosse più niente da fare   Nikolajewka
     alternativa: il ripiegamento immediato. La sera del 17   per  rompere  l’accerchiamento,  il  generale  Rever-  Alla  presenza  delle  autorità
     gennaio 1943, su ordine del generale Gabriele Nasci,   beri, comandante della Tridentina, saliva su un se-  civili e religiose e di un folto
     ebbe inizio il ripiegamento dell’intero Corpo d’Armata   movente tedesco e, incurante della violenta reazione   gruppo di delegazioni alpine
     Alpino di cui la sola Divisione Tridentina era ancora ef-  nemica, al grido di “Tridentina avanti!” trascinava i   dei paesi limitrofi, sabato 29
     ficiente, quasi intatta in uomini, armi e materiali.  suoi alpini all’assalto.     gennaio si è svolta nella Par-
                      La colonna in ritirata   Il grido rimbalzò di schiera in schiera, passò sulle lab-  rocchia Santa Maria Addolo-
     La marcia del Corpo d’Armata Alpino verso la salvez-  bra da un alpino all’altro, scosse la massa enorme degli   rata di Cividino-Quintano la
     za fu un evento drammatico, doloroso ed allucinante,   sbandati che, come una valanga, assieme ai combattenti   cerimonia in ricordo del 79°
     costellato da innumerevoli episodi di valore, di grande   ancora validi, si lanciarono urlando verso il sottopassag-  anniversario della battaglia
     solidarietà, in cui circa 40.000 uomini si batterono di-  gio e la scarpata della ferrovia, la superarono travolgen-  di Nikolajewka.
     speratamente, senza sosta, per 15 interminabili giorni e   do la linea di resistenza sovietica. I Russi sorpresi dalla   Coronavano l’altare il vessil-
     per 200 chilometri.                       rapidità dell’azione dovettero ripiegare abbandonando   lo sezionale accompagnato
                                               sul terreno i loro caduti, le armi ed i materiali. Il prezzo   dai due consiglieri Gianpie-
                 La battaglia di Nikolajewka   pagato dagli alpini fu enorme: dopo la battaglia rimase-  tro Vavassori e Corrado Pie-
     Fu così che dopo 200 chilometri di ripiegamento a piedi   ro sul terreno migliaia di caduti. Tutti gli alpini, senza   vani, due labari UNIRR (Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia) Valcalepio e Basso Sebino
     e con pochi muli e slitte, sempre aspramente contrastati   distinzione di grado e di origine, diedero un esempio   con il Presidente Giuseppe Setti, il labaro della Valcavallina con il Presidente Remo Facchinetti,
     dai reparti nemici e dai partigiani sovietici, il mattino   di coraggio, di spirito di sacrificio e di alto senso del   la bandiera dei Combattenti e Reduci e alfieri dei gruppi limitrofi con i propri gagliardetti, oltre a
     del 26 gennaio 1943 gli alpini della Tridentina, alla testa   dovere.              quelli delle associazioni Pensionati, AVIS e AIDO di Cividino-Quintano.
     di una colonna di 40.000 uomini quasi tutti disarmati e    In salvo                Il ricordo del sacrificio di Nikolajewka serva a rammentarci che nulla è scontato, nemmeno la
     in parte congelati, giunsero davanti a Nikolajewka. For-  Dopo Nikolajewka la marcia degli alpini proseguì fino   rassicurante certezza che le nefandezze del passato non potranno ripetersi, che la pace è uno scopo
     ti del tradizionale spirito di corpo gli alpini del generale   a Bolscke Troskoye e a Awilowka, dove giunsero il 30   da perseguire ogni giorno perché il pericolo di nuove Nikolajewka è sempre presente, se del suo
     Reverberi,  dopo una giornata  di lotta,  espugnarono a   gennaio e furono finalmente in salvo, poterono allog-  significato perdiamo la coscienza.
     colpi di fucile e bombe a mano il paese annientando gli   giare e ricevere i primi aiuti. Il 31 con il passaggio delle
     agguerriti difensori annidati nelle case.  consegne ai Tedeschi termina ogni attività operativa sul
     Il tenente colonnello Policarpo Chierici comandante del   fronte russo.
     Val Chiese, il tenente Danilo Bajetti (futuro Presidente   Fino al 2 febbraio continuarono ad arrivare i resti dei
     della Sezione di Brescia), il colonnello Paolo Signorini   reparti in ritirata. I feriti gravi vennero avviati ai vari
     comandante del 6° Rgt. Alp., e il generale Luigi Rever-  ospedali, poi a Schebekino alcuni furono caricati su un
     beri a rapporto a Nikolajewka il 26 gennaio 1943  treno ospedale per il rimpatrio.
     Per dare il colpo mortale al nemico in ritirata, i Rus-  La colonna della Tridentina riprese la marcia il 2 febbra-
     si si erano trincerati fra le case del paese che sorge su   io per giungere a Gomel il 1° marzo. Gli alpini percorse-
     una modesta collinetta, protetti da un terrapieno della   ro a piedi 700 km e solamente alcuni, nell’ultimo tratto,
     ferrovia che correva pressoché attorno all’abitato e che   poterono usufruire del trasporto in ferrovia.
     costituiva un’ottima protezione per il nemico. Le forze   Il rimpatrio
     sovietiche che sbarravano il passo agli alpini ammon-  Il 6 marzo 1943 cominciarono  a partire da Gomel le
     tavano a circa una divisione. Verso le ore 9.30 venne   tradotte che riportavano in Italia i superstiti del Corpo
     ordinato di attaccare. In un primo tempo si lanciarono   d’Armata Alpino; il giorno 15 partì l’ultimo convoglio
     all’assalto gli alpini superstiti del Verona, del Val Chie-  e il 24 tutti furono in Patria.
     se, del Vestone e del II Battaglione misto genio della   Mentre per il trasporto in Russia del Corpo d’Armata
     Tridentina, appoggiati dal fuoco del gruppo artiglieria   Alpino erano stati necessari 200 treni, per il ritorno ne
     Bergamo e da tre semoventi tedeschi.      bastarono 17. Sono cifre eloquenti, ma ancor più lo sono
     La  ferrovia,  dopo  sanguinosi  scontri,  fu  raggiunta;  in   quelle  dei superstiti:  considerando che ciascuna divi-
     più punti gli alpini riuscirono a salire la contro scarpata   sione era costituita da circa 16.000 uomini, i superstiti
     ed a raggiungere le prime isbe dell’abitato dove siste-  risultarono 6.400 della Tridentina, 3.300 della Julia e
                                               1.300 della Cuneense.                                Da Difesa.it
   18   19   20   21   22   23   24   25   26   27   28